Inspirational: the influence of place
di Cynthia Penna
Un luogo, una magia: la magia dell’incontro tra persona e spazio.
“Genius loci” affermavano i Latini riferendosi a quelle caratteristiche peculiari e specifiche che emanano dal luogo e si trasmettono inevitabilmente ai suoi abitanti. Ma l’influenza che il luogo può esercitare sulla mente umana e sul carattere individuale è qualcosa di inesplicabile e magico che può avvenire con la nascita, col passare del tempo, o anche in un solo attimo intenso e deflagrante.
Ed è quest’attimo che si traduce in inspirazione e che rileva ai fini dell’indagine che si affronta con la mostra “Inspirational: the influence of place” e che mette in risalto quell’attimo magico in cui il luogo diventa parte di un essere umano che non vi è nato, non vi è vissuto, ma allo stesso tempo, ne ha colto il senso profondo e forte.
Un’indagine che parte da lontano, appunto, da un’ispirazione avuta attraverso la lettura del pregevole testo di Pier Luigi Razzano titolato America-NA che forma una piccola collezione di testi della letteratura statunitense che dal ‘700 al ‘900 ha colto emozioni e visioni degli scrittori, viaggiatori del Gran Tour europeo, che si sono fermati o hanno attraversato la regione Campania nel loro pellegrinaggio culturale. Da qui parte una indagine che si sofferma sul qui/adesso pittorico/visivo del nuovo Gran Tour che artisti statunitensi contemporanei sono stati invitati a compiere sul medesimo territorio ai nostri giorni e ne hanno colto aspetti forse ignoti agli stessi abitanti che per abitudine e per automatismo mentale non riescono neanche più a “vedere” le cose che li circondano.
Mettere insieme letteratura e arti visive è qualcosa che ci attrae profondamente e ripete quella magia di influenza del luogo di cui vogliamo trattare.
Come abitanti di un luogo ne esploriamo solo alcuni aspetti e non la globalità e come cittadini l’esplorazione è ridotta ad un rapporto costi/benefici che rileva in termini politico/sociali più che estetici.
La visione di un territorio elaborata e descritta da uno scrittore del ‘700 che vi ha vissuto per un certo periodo e ne ha parlato con sguardo avulso da coinvolgimenti emotivi, è di per sé interessante; ma se questa visione del luogo viene affiancata da quella di un artista visivo che vede oggi la medesima terra, con occhi attuali e con tecnologie contemporanee, l’indagine può risultare ancor più intrigante e stimolante.
Il luogo è una dimensione spaziale e, direi piuttosto, una dimensione relazionale tra fisicità e spirito. Il punto di incontro tra persona fisica e spazio. Grande o minuscolo che sia lo spazio circostante è destinato ad avere un rapporto e un’influenza sulla psiche dell’essere che lo occupa e da questa influenza inevitabilmente ne scaturiscono atteggiamenti, comportamenti, situazioni.
Lo spazio è fatto di atmosfere, di odori, sapori, sensazioni.
Non è mai neutro; è fatto di senso e di sensi.
E pertanto provoca reazioni: ispirazioni.
Occorre essere vigili e attendere che lo spazio ci parli; ascoltare lo spazio che ci parla; riflettere sul suo essere luogo e al contempo relazione spaziale; relazione di sensi. La conoscenza e il sapere si formano attraverso questa attenzione per il luogo o i luoghi della nostra esplorazione spaziale.
Spazio fisico e spazio psichico si fondono nell’ispirazione che ne emerge.
Uno spazio degradato comporta ispirazioni degradanti: esso comunque parla e comunica, ma non è più fonte di creatività e di sviluppo.
La sostenibilità e la cura dello spazio diventano pertanto canoni estetici e sociali fondamentali per la sopravvivenza umana.
La cura dello spazio esterno è in sé la cura della nostra interiorità.
Gli artisti ci hanno presentato questo spazio non solo come volume, contenitore, o ambiente; lo hanno esposto come fonte di bellezza: in astrazione o figurazione hanno composto il loro spazio pittorico come un accadimento del Bello, una aspirazione alla Bellezza. Ci hanno indicato un percorso, hanno tracciato una strada: guardare lo spazio con l’occhio dell’Arte e della Bellezza: sta a noi percorrerlo.