Premessa di Paolo Giulierini – Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ha istituito da molti anni un profondo rapporto con il mondo artistico della California, a partire dalle connessioni con Jean Paul Getty che, nel 1974, aprì il suo secondo museo nella personale proprietà di Malibù in California, volendo ricreare la Villa dei papiri di Ercolano, oggi Getty Villa, i cui originali sono qui esposti.
La California in generale e Los Angeles nello specifico, sono intimamente legati, per tanti versi, allo spirito recondito della nostra terra: tra le tante simmetrie della terra del Pacifico con quella vesuviana emergono il legame con la Spagna, la convivenza con i fenomeni tellurici (faglie e vulcani), sui tanti ambienti spesso contraddittori (mare, foreste, montagne innevate, deserti) la solarità e la luce, la rigogliosità delle terre (che producono, ad esempio, vini di grande qualità), la creatività (dal Getty ad Hollywood, da Disneyland ai tanti attori che vi sono nati o vi risiedono), l’innovazione tecnologica (dalla Silicon Valley con Hewlett-Packard anch’esso legato ad Ercolano a Apple,di recente approdata a Napoli) e, la concentrazione di movimenti di opinione, vicini alle scelte filosofiche, come la forte reazione alla guerra del Vietnam o all’Apartheid.
Pur se a distanza di migliaia di chilometri, un artista come Laddie Johnn Dill, che ha vissuto e rielaborato tutte queste suggestioni , non poteva non incontrarsi con Napoli (città nella quale peraltro, alcuni anni fa, presentò alcune opere nella sagrestia del Pio Monte della Misericordia) e con il Mann.
Appartenuto al movimento culturale californiano Light e Space, presente con le sue opere nei maggiori musei di arte contemporanea americani, L’Artista Dill onora il nostro Istituto con una personale completa espressamente creata e pensata per un dialogo con i nostri capolavori antichi e gli spazi che li ospitano.
Sono opere che evocano forme ed elementi universali dell’arte e che inglobano tutti gli aspetti noti dell’arte classica.
Da questa “tensione comparativa” nascono capolavori contemporanei, pieni di luce, di materie primordiali, di colori pronti a materializzarsi in forme definite o ad infondere arcane energie alle nostre opere: ed ecco che la luce dei neon rimanda a quella del vulcano attivo, che le sabbie dei deserti si ricollegano alle coste delle antiche città di Pompei ed Ercolano, che i metalli scintillanti si fondono con i bianchi marmi millenari, facendoli risorgere a nuova vita.
Grazie a Laddie John Dill per questo omaggio e a Renato e Cinthia Penna per l’eccezionale lavoro di coordinamento e curatela.
Il caldo vento dell’arte del Pacifico si è posato sul golfo di Napoli.