Proposte per una collezione
di Cynthia Penna
Cosa significa oggi impostare una collezione d’arte e come orientarsi nel panorama generale dell’arte contemporanea? Il filo conduttore di una collezione non deve essere necessariamente univoco, né monotematico; si rischierebbe in tal caso di scadere nella monotonia. Una collezione deve essere “libera” e “aperta”,non costretta entro canoni prefissati da altri o dalla moda; può spaziare dal figurativo al monocromo assoluto, dall’informale al geometrico. Deve essere poliedrica, al passo con le evoluzioni individuali; una esperienza in itinere, in continua trasformazione, che rispecchi i cambiamenti del proprio intimo sentire.
Entrano così in campo tanti fattori convergenti, tutti assolutamente rilevanti: il fiuto personale, una sensibilità innata, una certa competenza, il consiglio di esperti, e soprattutto l’interesse e l’amore per l’arte. Non ci si improvvisa collezionisti dall’oggi al domani; non si inventano competenze dell’ultim’ora sulla scia delle mode del momento.
Una collezione non è statica e non è per sempre: non deve contenere tutto il panorama dell’arte contemporanea: può constare anche di soli pochi pezzi e deve essere “preziosa” per chi la possiede più in termini emotivi e passionali che in quelli economici.
L’importante è che le opere siano riunite secondo una propria vocazione, in maniera personale ed anticonformista, anche senza necessariamente una continuità logica, ma anzi, secondo un senso di “antigraziosità”. Opere assemblate non secondo il gusto e la tendenza comune del periodo perché “fare arte” è l’esatto opposto del “fare tendenza”, del “fare moda”: quello è un altro settore e lasciamolo a coloro che artisti e collezionisti non sono.
La mostra si articola in due momenti: il primo dedicato al confronto tra figurazione ed astrazione: ogni singolo artista “figurativo” presente in mostra, viene posto a confronto, o meglio, dialoga con una artista “astratto”.
La sfida non è quella di vagliare una preferenza tra i due generi, ma piuttosto sperimentare le enormi possibilità di dialogo esistenziale e pittorico tra generi solo apparentemente opposti.
Dal confronto deve nascere un qualcosa di vitale e stimolante non solo e non tanto per gli artisti, ma soprattutto per il pubblico che viene spinto a meditare sulle enormi potenzialità dell’arte.
Vi è poi collateralmente una esposizione dedicata a 6 artisti giovani emergenti che si cimentano con lo spazio dell’involucro settecentesco che li ospita.
Un’altra sfida nuova e inedita per questi giovani che può stimolare nuove nascite superando le barriere dei preconcetti o di timori reverenziali.
Il secondo momento è dedicato tutto al confronto tra artisti già affermati e giovani emergenti.
Il mondo dell’arte è pieno di questi confronti, ma vale sempre la pena ritornarci su come sfida per entrambe le “parti”.
Artisti affermati vengono “abbinati” ad altrettanti giovani in un dialogo a distanza.
In più le diverse aree di provenienza, dal Sud Italia al Nord e dall’Europa agli Stati Uniti, fa sì che vengano a confrontarsi e a dialogare realtà, culture e background personali totalmente e profondamente diversi.
L’arte li unirà nella sperimentazione di stili che, seppur diversi tra loro, sono diretti verso un unico fine: la comunicazione del linguaggio universale dell’arte che è quello della conoscenza.