Peter Lodato
Robin Trento – Gallery Teacher Getty Center Department of Education Los Angeles, California
Circa 10 anni fa gli studenti dell’Istituto di Ricerca del Museo Getty di Los Angeles iniziarono a raccogliere materiale di archivio e storie raccontate oralmente da numerosi artisti che erano stati attivi sulla scena locale nello scorso metà secolo. Inizialmente uno sforzo per documentare le pietre miliari dell’arte contemporanea in questa regione e ben presto si capì che si erano sviluppati in questa zona filoni artistici importanti e peculiari e l’iniziativa cominciò a far conoscere l’esistenza di questi movimenti ad una più vasta audience. Con l’aiuto dei fondi della Getty Foundation numerose istituzioni d’arte locali risposero all’appello del Getty per aiutare il progetto e lanciare il Pacific Standard Time: Arte a Los Angeles 1945–1980, una vasta celebrazione dell’arte sviluppatasi a Los Angeles nei primi anni del dopoguerra.
Più di 60 istituzioni culturali sono ora coinvolte in questa sfida con esposizioni mirate che sono in svolgimento da Santa Barbara a San Diego, a Palm Spring e in tutta la più vasta area di Los Angeles.
Con una durata da Ottobre 2011 alla Primavera del 2012, questa è senz’altro una delle più grandi iniziative sull’arte visiva mai promosse. La storia dell’arte celebrata in Pacific Standard Time per lo più è focalizzata su questo periodo e questo specifico luogo così come sulle persone che hanno contribuito a crearla.
Le due decadi che seguirono la Seconda Guerra mondiale sono risultate essere un periodo molto eccitante da essere vissuto a Los Angeles.
Il naturale ottimismo dello spirito americano aveva condotto il Paese attraverso la Grande Depressione e ancora avanti verso la vittoria nello sforzo bellico alleato, e in nessun altro luogo questo ottimismo era più evidente che nella California del Sud. Le opportunità di lavoro abbondavano nelle locali industrie dell’intrattenimento e tecnologica; il clima mite e i grandi spazi aperti, distesi tra la costa del Pacifico le montagne e i deserti, promettevano ai nuovi arrivati uno stile di vita informale, operoso e accessibile. Giovani architetti precursori del pensiero moderno risposero alla richiesta di disegnare case che riflettessero questo moderno, confortevole stile di vita e i costruttori seguirono la pista della produzione di massa di questo sogno nel creare case che rispondessero ai bisogni della nuova nascente popolazione.
Gli artisti del pari affollarono la California del Sud. Numerose importanti scuole di design e università attrassero similmente studenti e professori che sognavano di partecipare a modellare un nuovo, moderno stile di vita. Molti di questi artisti erano “spiriti liberi”, desiderosi e bramosi di esprimere se stessi in un ambiente “di frontiera” non ingessato da status quo di una scena artistica radicata. Essi in maniera naturale risposero ai nuovi ambienti di vita e, prima individualmente, poi collettivamente, crearono uno stile assolutamente peculiare a questo tempo e a questo luogo.
Esempio specifico è un gruppo di pittori che lavoravano indipendentemente l’uno dall’altro, ma il cui risultato mostrò alcune importanti similitudini di stile e di tecnica. Incoraggiati alla metà degli anni ’50 da un locale storico dell’arte a unirsi insieme e a dar vita ad una identità di gruppo, 4 di questi artisti ( John McLaughlin, Lorser Feitelson, Frederick Hammersley and Karl Benjamin) crearono un gruppo denominato Abstract Classicists. Il loro lavoro è caratterizzato da forme astratte geometriche su piani di colore rigidamente separati tra loro, contrariamente all’Espressionismo Astratto, così noto in altre aree del mondo dell’arte, i cui campi di colore erano mischiati insieme. Infatti la loro pittura iniziò ad essere Chiamata “Hard Edge” per maggiormente sottolineare questa differenza tecnica e visiva.
In parte questi artisti stavano rispondendo a nuovi canoni estetici promossi dagli architetti che disegnavano le nuove case californiane, creando opere d’arte che riflettessero la purezza di linee e l’apertura spaziale di questi siti; in parte stavano rispondendo, così come gli stessi architetti, alla vastità del cielo, dei deserti e dell’oceano che li circondava e alla qualità specifica della luce riscontrabile in quest’area.
Personalità emergente tra questi pittori fu John McLaughlin, il più anziano del gruppo, che era stato grandemente influenzato dalla cultura asiatica ed era egli stesso un praticante della dottrina del Buddismo Zen. Dal suo studio affacciato sull’Oceano Pacifico egli creò pitture con linee nette e semplici forme geometriche che sottolineavano gli spazi tra le stesse.
La qualità di ispirazione Zen di queste meditazioni pittoriche, con il suo “uso” del “meraviglioso vuoto”, permettendo allo spettatore di completare la scena con moti interiori, influenzò moltissimo l’ambiente artistico sorto attorno a lui.
Altri artisti iniziarono a rispecchiare il fascino della luce e dello spazio in modo da sfocare le differenze tra pittura, scultura e arti percettive. Le loro espressioni artistiche, spesso risultato di esperimenti con materiali e tecniche alternative, dettero vita al movimento Californiano di Light and Space, noto in questo modo negli anni ’60.
E’ in questo ambiente creativo che Peter Lodato, artista nato a Los Angeles, emerse e giustamente occupa oggigiorno il suo spazio come uno degli eminenti creatori del famoso Stile Californiano.