Caravaggio
di Miguel Osuna
Fare un dipinto come tributo a un altro dipinto.
Prima di tutto, voglio ringraziare Pio Monte della Misericordia per avermi dato l’opportunità di partecipare con il mio lavoro in questo luogo storico. Parlando
dell’opportunità unica di lavorare in residence in un posto come questo, ho accennato a come mi sento di essere stato invitato a partecipare a un dialogo che si sta svolgendo ininterrottamente da tempo immemorabile. Nell’ambito di questo dialogo, una delle conversazioni che continuano a verificarsi è la raccolta, la valorizzazione e la cura di
questa collezione di oggetti d’arte.
Come si avvicina un progetto di questo tipo? Il privilegio di poter dire che uno dei miei lavori può vivere in questo posto è incredibile. L’idea, come sapete, è creare un’opera ispirata o riferita al lavoro che abbiamo qui.
Per evitare di congelarmi dal terrore, la prima cosa che ho provato a fare è stata passare il maggior tempo possibile in compagnia del dipinto, e cercare di dimenticare la mano che l’ha fatta.
La familiarizzazione implica fiducia, la fiducia elimina la paura.
Nel corso normale del mio lavoro, il perseguimento di un’idea è seguito da una razionalizzazione su come tradurre l’idea nel campo visivo e poi le considerazioni pratiche su come eseguire questa idea.
In questo caso, l’idea è già stata data. Un lavoro in relazione ad un altro.
La domanda che rimane: come?
Per me, nel mio lavoro, il pigmento stesso è emerso come un elemento importante.
Superficie, consistenza, riflettività, ovviamente colore.
Per quanto riguarda il colore, ho deciso di lasciarmi guidare dall’insegnante. A mio modesto parere, attraverso la luce, la composizione, la posizione e la presenza rappresentativa, Michelangelo ha dato alla signora un grande risalto. La signora indossa quel colore incarnato, o rosa, ed è l’unico posto in cui vedo quel colore.
Bingo!
La tavolozza è definita.
Il lavoro che ho sviluppato ultimamente, in qualche modo, è il lavoro di calligrafia.
Realizzato con matite, penne, pennelli o oggetti trovati. Uno dei modi primordiali di comunicazione, dopo il linguaggio stesso, è il modo di rappresentare quel linguaggio in modo grafico. Grafica eseguita a mano. Una mano libera. E come esseri umani siamo, non possiamo circoscrivere la complessità dell’idea e contenerla solo nel contenuto semantico della scrittura. Gran parte del contenuto emotivo viene svuotato nel modo di stampare questi caratteri, o pittogrammi o semplici segni su un tablet. Nel mio lavoro attuale, cerco di stampare questo contenuto emotivo con elementi calligrafici privi della componente alfabetica o grammaticale e persino sintattici, collegando il contenuto emotivo direttamente con la mano dell’esecuzione.
Seguendo questo principio, assorbendo l’emozione di questo dipinto, utilizzando questa gamma di colori, cercherò di creare un gruppo di gesti grafici che esprimano l’effetto emotivo che Michelangelo Caravaggio mi ha comunicato.
M Osuna