LA FORZA DEL COLORE VITALITA’ METAFISICA
di Tiziana Tricarico
Passione, eleganza, vivacità, memoria, emozione: una ripartenza all’insegna del colore, l’elemento visivo che maggiormente colpisce la sensibilità di chi guarda un’opera d’arte. Colori che raccontano paesaggi dell’anima, colori per evadere in dimensioni altre, colori come impronte di memoria. Scansioni cromatiche che tracciano e definiscono uno spazio di tranquilla e serena contemplazione. S’intitola «Restart» la mostra, a cura di Cynthia Penna, che apre SABATO (ore 11-20) allo Studio ART1307 alle Rampe S. Antonio a Posillipo 104 e che propone fino al 20 dicembre una cinquantina di opere – delle dimensioni più varie – di Mika Cho, Yasunari Nakagomi ed Alfonso Sacco.
L’istituzione culturale che opera tra Napoli e Los Angeles riapre alle mostre dopo il lockdown e per celebrare questa ripresa nello studio come spazio espositivo del tutto rinnovato (su appuntamento: info@art1307.com; 3687302035) sceglie tre artisti che rappresentano i Paesi con cui lavora maggiormente oramai da 13 anni: Italia, Stati Uniti e Giappone. Il colore e lo studio delle sue svariate manifestazioni è il fil rouge che lega la loro ricerca: colore come modalità pittorica in senso tecnico ma anche come espressione di vitalità e forza.
Ha elaborato opere su carta rivoluzionando un po’ il suo stile astrattamente poetico Yasunari Nakagomi, come l’utilizzo del formato trapezoidale – assolutamente innovativo – in alcuni lavori. La struttura formale delle sue opere su tela viene radicalmente sovvertita dall’introduzione di pennellate verticali e di linee di colore che si intersecano o si sovrappongono: l’opera acquista dinamicità grazie ad una pennellata piena e corposa, sempre intensamente lirica, che non lascia alcuno spazio alla staticità dell’immagine. La declinazione del colore, però, rimane quella originaria: un’evanescenza che sconfina in un annebbiamento della percezione visiva. Così come resta fondamentale il ruolo della luce – sottolineato dalla particolare preparazione del supporto – che definisce paesaggi che non sono più solo metafisici ma che trovano anche qualche legame con la realtà.
La tecnica pittorica di Mika Cho, professoressa alla Cal State University di Los Angeles e new entry di ART1307, è decisamente legata ai «color fields» di Rothko, tanto cari all’astrazione americana del dopoguerra: i suoi campi cromatici sono composti da una intensa stratificazione del colore ad olio che l’artista usa sapientemente insieme alla luce. Il suo interesse principale sono le sensazioni evocate dai colori. Le sue opere sono metafora visiva delle emozioni umane: si intuisce una narrazione che non si ferma alla mera superficie ma penetra in profondità nell’animo di chi guarda, invitandolo a lasciarsi trasportare da ricordi e sensazioni perdute.
Alfonso Sacco, altra new entry, apre invece una pagina di narrazione focalizzata sulla memoria e lo fa esprimendosi soltanto attraverso il colore, che adopera in tutte le sue declinazioni. E’ il più espressionista dei tre artisti: il più «oggettuale» in quanto agisce attraverso una base segnica che è quella dell’impronta digitale, ovvero quel segno determinante l’unicità che contraddistingue l’essere umano al pari del codice genetico. Crea un originale casellario ripetendo una forma che è di per sé stessa traccia del proprio vissuto, della propria provenienza, della propria intimità: spazio e tempo individuali riuniti sotto il segno di un’unica impronta che è memoria di sé. Ma la bellezza delle opere è che il loro impatto immediato è quello della vivacità, di un movimento costante, quasi una danza che queste impronte creano accostandosi o sovrapponendosi. Un affollamento di tracce di umanità che trasuda vita.