L’estetica delle Muffe
di Cynthia Penna
Dopo l’esordio al Castel dell’Ovo di Napoli nel Marzo 2010, si è aperto e ormai strutturato un cammino denso di produzione e significato per il duo TTozoi. Un percorso professionale velocissimo che segue il corso della loro stessa arte; che si dipana in un istante; la stessa istantaneità e repentinità del gesto che getta materia sulla tela: tutto si risolve nello spazio di un gesto; il tempo di una mano che affronta, aggredisce, accarezza la tela. Il retaggio dai movimenti Gutai, Fluxus, Espressionismo astratto, Action painting, Spazialismo, porta ad essere il duo Ttozoi il vero erede del movimento “informale” che ha dominato tutto il ‘900. Ed è così che vogliamo presentare questa mostra che ci piace pensare in termini ”di eredità”.
Le opere dei nostri saranno affiancate da quelle dei grandi predecessori informali a cominciare da due importanti esponenti del movimento giapponese Gutai: Shimamoto e Sumi per passare all’informale francese con Mathieu e finire al movimento italiano con Turcato, Vedova e il nostro campano Emblema.
Una carrellata tra storia e attualità a suggellare un’eredità pesante che il duo TTozoi ha voluto cogliere e far rivivere attraverso un procedimento nuovissimo e mai realizzato nelle arti visive: la creazione di un ‘opera pittorica attraverso la formazione e lo sviluppo di “muffe” sulla tela. Non si tratta qui di prendere a prestito una terminologia come il grande Burri fece negli anni ’50 per la realizzazione di alcune sue tele, bensì trattasi di una vera produzione di muffa sulla tela attraverso un procedimento complesso che unisce la gestualità dell’informale, la padronanza della materia gettata sulla tela, un’incubazione della stessa in cassa di plexiglass, un tempo di attesa in cui la Natura interviene anch’essa ad espletare il suo ruolo sull’opera.
Le “muffe” di TTozoi sono un processo creativo dell’uomo cui si affianca un processo creativo autonomo della Natura che, come in tutti i processi creativi di Questa, scivola dalle mani e dalla volontà umana, non è più gestibile da essa.
A quel punto all’artista rimane solo una scelta risolutiva: una volta messo in moto il processo creativo della Natura, lo può solo “Arrestare” anche qui in maniera inesorabile e definitiva, “uccidendolo”. Il “salvataggio” che l’artista opera in questo caso, è un salvataggio estetico: il momento topico è determinato dall’estetica “in purezza”, vale a dire dal momento preciso e sincronico in cui il processo creativo della Natura si fonde col processo creativo della mente umana e conduce di nuovo quella stessa mano ad operare un nuovo gesto di interruzione, di uccisione del procedimento naturale. La creazione della “bellezza” diviene così un percorso di vita e di morte: non vi è estetica senza vita, non vi è estetica senza morte. L’opera d’arte nasce, insomma, da una magia alchemica che coinvolge uomo e Natura.
I TTozoi, come alchimisti del 21° secolo, scardinano il sistema tradizionale di pittura, così come avevano fatto nel 20° i loro predecessori del movimento Informale, al fine di inaugurarne un altro in cui si instaura un nuovo rapporto di forze, costituito dal procedimento “naturale” che incide direttamente sull’opera d’arte e all’interno di essa. Un alternarsi di fisicità e razionalità, intelletto e corporeità. Un alternarsi incessante e sistemico tra uomo e Natura in un nuovo rapporto esistenziale che determina l’estetica e produce Bellezza.