LOST IN COLORS

Lost in Colors
Questa mostra è un omaggio a due artiste che caparbiamente hanno dedicato la loro vita all’arte e alla pittura: Rhea Carmi e Yoella Razili
Estremamente ben strutturate come artiste, hanno fatto del colore la base della loro estetica e della loro ispirazione. Colore ma non solo: forma e colore, materia e colore, geometria come espressione strutturata del colore.
Il lessico scelto dalla curatrice per questa mostra si fonda su un linguaggio minimale e geometrico che instaura attraverso l’uso sapiente e mai banale del colore una relazione sensoriale con lo spettatore che mira dritta alla sua sfera emozionale.
L’arte di Carmi e Razili dialoga direttamente con i nostri sensi: le opere non solo mirano ad una immediatezza percettiva del colore, bensì contengono una sensualità intrinseca, soffusa e diffusa; un accento femminile che si pone come un qualcosa di potente, forte e nel contempo molto rassicurante e protettivo.
Il rapporto di Carmi con le opere è un rapporto fatto di osservazione, e di investigazione
La percezione delle sue opere è complessa; la palette di colori è vasta, così come l’apposizione del colore sulla tela che è fatta di livelli e livelli sovrapposti, a volte alternati a sottili strati di carta e ci induce a guardare all’interno della tela per scoprire cosa si cela al di là della superficie.
Il senso “tattile” che ispirano le opere di Razili emerge dalla stesura del colore sulla superficie che appare “spalmato” come si può spalmare una crema su un dolce. La base dell’opera è fatta di vecchi legni trovati e raccolti che dà luogo ad un’opera tridimensionale che da un lato si rapporta allo spazio circostante, dall’altro attrae a sé lo spettatore attraverso l’immersione in quel colore puro che si offre a molteplici letture.
Il lessico comune alle due artiste è in sostanza l’esperienza sensoriale totalizzante che il colore stesso può indurre nello spettatore: le loro opere fatte di colori vivaci, a volte estremi, mai banali, ci inducono a riflettere, ci trasportano in un universo che è preso a prestito tout court dalla Natura : questo immenso bacino di sfumature differenti che a volte l’occhio umano non può neanche percepire. La Natura è la fonte primaria e anche il punto di arrivo del loro vocabolario; una fonte inesauribile a cui attingere a piene mani. E Carmi e Razili affondano le mani, i pennelli e quant’altro in quelle taniche di colore e lo mischiano, lo sovrappongono, lo modulano, lo plasmano per ottenere un linguaggio, una via di comunicazione, una connessione col mondo e con le cose.
Come la Natura vive e si riproduce attraverso regole precise e ordinate, così il registro geometrico, rigoroso, lineare diventa il vocabolario espressivo di entrambe le artiste attraverso cui vivere una esperienza sensoriale totalizzante ed immaginaria fatta di colore.