Mafonso / Soulè
Sebbene entrambi gli artisti non siano giovani emergenti, ma a contrario siano ben affermati sulla scena internazionale, non abbiamo potuto perdere l’occasione di un confronto estremamente vivace e stimolante. Un simbolismo universale sembra essere la chiave di lettura delle opere di entrambi. Un gioco sottile tra iconico e aniconico; una tensione verso la ricerca introspettiva e nel contempo una tensione al dialogo con l’esterno. Le “presenze” di Soulé sono piuttosto “luoghi” all’interno dei quali convivono iconico e aniconico; forme antropomorfe che nella loro non riconoscibilità immediata, pongono la contraddizione tra il conosciuto e l’ignoto e quindi conducono soltanto alla scoperta di paesaggi interiori. In Mafonso le forme antropomorfe, queste sì riconoscibili, sono collocate in uno spazio del tutto irreale e metafisico; esse intraprendono un viaggio verso un mondo interiore che è l’unico possibile da percepire o da sperimentare: tutto il resto non ci appartiene o ci sovrasta a tal punto da non permettercene l’accesso.