Oggi parliamo di
Richard Slechta
Origini Cecoslovacche ma di 4 generazione americano, l’artista lavora sulla luce e con la luce imprimendo su carta sensibile flash luminosi che gestisce con maestria attraverso la gestualità.
Quindi gesto e luce si uniscono in opere “fotografiche” che fotografie non sono ma piuttosto dipinti che usano un medium diverso.
L’ultima mostra di Napoli dello scorso anno dal titolo “Sospesi sulla Storia” invitava gli artisti a recuperare un’indagine sulle proprie origini culturali e a proiettarla in una dimensione sia contemporanea che futura. Così Slechta ha recuperato vecchie lettere del suo bisnonno che dall’America viaggiavano verso la Cecoslovacchia e viceversa e ne ha raccolto i francobolli più significativi proiettandone le figure su carta sensibile attraverso la luce.
In tal modo ha dato vita non solo ad una ricostruzione del proprio passato personale, ma ad una indagine sui costumi della società agricola dei primi del ‘900 e sulla società politica dell’epoca che si era liberata dalle catene e dai gioghi dell’oppressione dell’Impero Austro-Ungarico.
Ma soprattutto dando vita ad opere astratte con una colorazione densa e raffinata che acquisiscono valore intrinseco di per sé a prescindere
dall’indagine storica ad esse connessa.
Richard Slechta è stato a Napoli con le sue opere
Esploriamo le sue opere
Cresciuto in una fattoria di famiglia, ha dovuto sin da piccolo cercare modi creativi di costruire oggetti con quello che c’era a disposizione. Si è laureato in Fotografia nel 1995 a New York dove al tempo viveva e dove è vissuto per 13 anni lavorando come fotografo professionista e artista multimediale.
I suoi cicli di lavori mostrano uno speciale interesse per colori vividi e forme mosse come da una energia cinetica attraverso larghi campi spaziali. Il contrasto tra aree molto contrastate di colore e aree in dissolvenza esprimono condizioni di instabilità sia fisica che emotiva che incarnano molto bene la attuale condizione umana del vivere.
La sua tecnica