Giulia Manfredi, Pilar Soberon
Centro Musa Reggia di Portici
from 26 May 2022 to 22 September 2022
Curator: Cynthia Penna
Organization: ART1307 Istituzione Culturale
Press: Dott.ssa Chiara Cosentino Ph.:081660216 – chiaracosentino@art1307.com
Per la Primavera 2022 ART1307 propone una mostra di due artiste internazionali dedicata all’ambiente e alla sua salvaguardia.
Natura silente eppure urlante: un linguaggio, quello degli alberi, che ci parla e che noi non ascoltiamo.
La mostra delle artiste Giulia Manfredi e Pilar Soberon per la Reggia di Portici è concepita per i giardini della Reggia e consta di due installazioni site-specific dove la contaminazione di materiali e concetti acquisisce rilevanza assoluta.
I materiali stessi adoperati per le due installazioni costituiscono una egregia fusione di uomo/natura o di Natura virtuosamente manipolata dall’uomo; il marmo tagliato e composto in segmenti nell’installazione di Giulia Manfredi si adagia sul terreno e si atteggia a fiume in scorrimento, ma al suo interno anziché contenere acqua, contiene piante in continua evoluzione. Esattamente come accade al fiume, alle nostre stesse vite, all’universo e al Tempo, la realizzazione di Manfredi per la reggia di Portici è in continua evoluzione.
Le piante all’interno di questo fiume di marmo nascono, crescono e muoiono esattamente come in Natura. Si trasformano nella loro ineluttabile evoluzione esprimendo la totale impermanenza della natura stessa.
L’arazzo terreno di elementi naturali o Shiva come lo titola Pilar Soberon è un’impronta del nodulo settario Cretacico fatto di pietra lavica locale di piperno e pietrisco bianco dove “il bianco e il nero degli elementi naturali evocano la dualità dell’esistenza nell’universo”, come afferma l’artista. I materiali – selezionati per la loro vicinanza, basso impatto ambientale ed emissione di carbonio – alludono al fuoco e all’acqua, al tempo e al divenire.
Shiva nasce dagli elementi del fuoco e dell’acqua, parla del tempo come distruttore e creatore e della scala delle età geologiche. L’impermanenza, ma anche l’eternità del segno sono elementi chiave di questo lavoro.
Gli ibridi ambientali sono installazioni che pur nella loro fissità e nella loro immobilità derivante dai materiali adoperati, ingaggiano con l’ambiente e con il tempo un dialogo fatto di trasformazione. La fissità e pesantezza del marmo si contrappone alla evoluzione delle piante che lo circondano e che vivono all’interno della sagoma del “fiume” di Manfredi; mentre l’impronta realizzata da Soberon di un nodulo settario Cretacico, ingaggia un dialogo con le forze naturali che lo scompigliano e lo trasformano. Un’ impronta sul terreno composta da pietra lavica che parla di origini, di fuoco, di acqua e di Tempo. Lo scorrere del momento e la fissità degli elementi; la compenetrazione e la convivenza fruttuosa dell’uomo con la natura, diventano quindi gli elementi centrali di quest’esposizione il cui scopo è sottolineare la circolarità fra individuo e ambiente.
Queste opere intendono alzare il grido d’allarme che la Natura “silente” ci sta inviando già da tempo. esse vogliono indurre una presa di coscienza sull’urgenza ed improcrastinabilità della salvaguardia dell’ambiente e della sua sostenibilità che dobbiamo operare subito attraverso comportamenti quotidiani conformati ad un bilanciamento corretto tra esigenze di vita dell’uomo e il suo territorio.
Il rapporto sano tra uomo e Natura è l’unico mezzo idoneo a preservare la nostra stessa vita e quella delle future generazioni.
Uno sbilanciamento di uno dei due fattori rispetto all’altro conduce inevitabilmente alla distruzione di entrambi.
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